Un tassello di fissaggio è scelto in base al:
- tipo di supporto, cioè cartongesso, materiale pieno (calcestruzzo, pietra ecc.), o materiale cavo (laterizi forati, blocchi di calcestruzzo ecc.);
- carico da sostenere, che ne definisce il tipo e le dimensioni.
I principali materiali da costruzione forati sono:
Mattone o blocco in laterizio semipieno: il mattone semipieno è di colore rosso, ha pareti sottili e una struttura alveolare.
Mattone forato per tramezzi: il mattone forato è identico al mattone semipieno, tranne che è più sottile.
Blocco di calcestruzzo forato: il blocco di calcestruzzo forato è tra i materiali cavi più comuni, è disponibile in diversi spessori e ha pareti sottili.
Pannelli di gesso alveolare: sono pannelli composti da due lastre di gesso standard separate da una struttura alveolare di pochi centimetri di spessore.
Lastra di cartongesso con isolante: si tratta di una lastra di cartongesso con l'aggiunta di un materiale isolante come il polistirolo, la lana di vetro o la lana di roccia.
Cartongesso: conosciuto anche come BA13, il cartongesso è una lastra di gesso e cartone di 13 mm di spessore con bordi smussati.



I tasselli per supporti cavi e pareti in cartongesso
Tasselli a espansione universale bimateriale
In nylon o spesso bimateriale, questo tassello è adatto al fissaggio di oggetti leggeri nel cartongesso. A seconda del suo diametro, può sostenere carichi non dinamici inferiori a 10 kg mentre nei materiali cavi diversi dal cartongesso e nei materiali pieni i carichi possono essere molto più elevati.
Tassello autoperforante da avvitare
Adatto a supporti cavi e teneri, e raccomandato in particolare per il cartongesso, il tassello da avvitare autoperforante viene installato avvitandolo nel muro. È la filettatura esterna che lo rende solidale con il supporto. L'avvitamento della vite fa inoltre allargare leggermente l'interno del tassello, aumentando così la rigidità dell'insieme. Il tassello autoperforante è comunque riservato a carichi leggeri inferiori a 10 kg.
Tassello autofilettante
Variante del tassello autoperforante, il tassello autofilettante è specifico per il cartongesso. Ha un'aletta che si ripiega contro il supporto come il tassello ad ancora. Poiché l'aletta è bloccata dall'avvitamento, il tassello può sopportare carichi verticali non dinamici di circa 10 kg.
Tassello ad ancora
È un tassello utilizzato principalmente per fissaggi al soffitto. Il tassello ad ancora è composto da una vite e diverse alette di metallo con molle. Una volta inserito in un foro e dopo aver attraversato il supporto, le molle del tassello ad ancora rilasciano le alette che si bloccano così contro la parte posteriore del supporto. L'avvitamento rende l'insieme solidale. Lo svantaggio principale del tassello ad ancora è che è necessario praticare un grande foro per permettere all'intero meccanismo di passare attraverso il supporto. Può sostenere un carico massimo di 5 kg nel cartongesso.
Tassello a espansione per cartongesso
Molto conosciuto nel settore edile, il tassello Molly è un tassello metallico costituito da una vite e da un corpo deformabile ad alette. Per installarlo, è necessario utilizzare una pinza speciale per tasselli. Può sopportare carichi da 20 a 50 kg.
Ancoraggio chimico
Tipi di tasselli per pareti con intercapedine e in cartongesso. L'ancoraggio chimico è un sistema di fissaggio composto da un tassello a retino, chiamato anche calza, una resina e un indurente. Una volta posizionato il tassello a retino nel foro, la miscela di resina e indurente viene iniettata nel tassello con una siringa o una pistola e fuoriesce attraverso i fori del retino.
È sufficiente poi inserire la vite o il prigioniero e aspettare che la resina indurisca per rendere l'insieme rigido. L'ancoraggio chimico dovrebbe essere riservato ai carichi pesanti o dinamici.
I materiali da costruzione pieni
I principali materiali da costruzione pieni sono:
Calcestruzzo: Il calcestruzzo è fatto di ghiaia, sabbia e cemento. Se non è mescolato con ghiaia, è una malta.
Mattone pieno: il mattone pieno è in genere di colore rosso e viene assemblato utilizzando la malta.
Blocco pieno di calcestruzzo: si tratta di un blocco di calcestruzzo non forato.
Pietra: la densità e la durezza della pietra sono relativa alla sua composizione.
I materiali da costruzione friabili
I principali materiali pieni friabili sono:
Calcestruzzo cellulare: il calcestruzzo cellulare è disponibile in blocchi (come i blocchi di calcestruzzo) o in lastre di varie dimensioni. Leggeri e porosi, i blocchi vengono incollati con una malta adesiva specifica.
Mattoni di gesso: i mattoni di gesso possono essere pieni o forati, idrorepellenti o no, di vari spessori e anche di grande formato (50 x 66 cm).
Pietra ricostituita: la pietra ricostituita è disponibile in diversi formati (lastra o blocco) ed è fatta di polvere di pietra legata con un legante.
Terra cruda e torchis: una strutture in terra cruda è composta da terra argillosa mescolata a paglia e costituisce un muro portante solido e spesso (da 30 a 80 cm); il torchis è un'intelaiatura in legno riempita da terra e paglia in cui la terra non ha alcun ruolo portante.
I tasselli per supporti pieni
Tassello a espansione in nylon
Il tassello a espansione universale è composto da diverse alette o lamelle di nylon. Una volta inserito, con l'avvitamento le alette vengono premute contro il foro, rendendo l'insieme solidale. A seconda delle dimensioni, il tassello a espansione può sopportare carichi mediamente pesanti.
Il tassello da battere
Il tassello da battere viene inserito con il martello nel foro del giusto diametro battendo direttamente sulla vite che, bloccandosi, lo rende solidale con il supporto. Si usa una sola volta ed è l'ideale per i fissaggi non destinati a essere spostati come binari, listelli ecc.
Il prigioniero a espansione o tassello a bullone
Identico come principio di funzionamento a un tassello a espansione, il prigioniero a espansione differisce per la sua resistenza meccanica. Riservato ai carichi pesanti, e utilizzato preferibilmente nel calcestruzzo, il prigioniero a espansione è composto da un bullone, un dado e una rondella. Una volta inserito nel foro, il serraggio del dado spinge il bullone nel foro e lo rende solidale con il supporto. Il prigioniero a espansione è chiamato anche tassello a bullone o bullone a espansione.
Qualunque sia il carico, i prigionieri a espansione extra lunghi sono preferiti nei materiali pieni friabili. Se il carico è pesante, usa un tassello chimico.
Tassello metallico ad alta espansione
Il tassello metallico ad alta espansione è progettato per resistere a carichi molto pesanti, fino a oltre 800 kg per gli M12 in materiali pieni. Adatti anche ai materiali cavi, questi tasselli si espandono quando la vite viene avvitata nel corpo del tassello e le alette si allargano nel materiale di supporto.
Linee Vita Dispositivo ITAL-EG
PRODUTTORE
La società Ge.Sa. Group Sri con sede legale in Via Emilia 27, 20090 Buccinasco (Ml), leader nella progettazione e realizzazione di sistemi di sicurezza contro il rischio di caduta dall’alto, ha sviluppato sistemi e dispositivi specifici che permettono agli operatori ,dotati di dpi a norma, di muoversi in
condizioni di sicurezza riducendo il rischio di:
- caduta dall’alto all’esterno o all’interno dell’edificio;
- caduta sulla copertura (per perdita dell’equilibrio);
- sfondamento della copertura;
Nonché altri pericoli (copertura isolata/non isolala) legati al:
- rischio verso la copertura causato da fattori derivanti dall’esterno;
- rischio verso l’esterno causato da fattori derivanti dalla copertura
PRINCIPI DELLA NORMA UNI 11578:2015
La norma UNI 11578:2015 suddivide i dispositivi di ancoraggio in diversi tipi, pertanto la scelta degli elementi idonei alla messa in sicurezza della nostra copertura dovrà tener conto di:
- tipologia della copertura;
- tipologia della struttura;
- quali e quanti tipi di intervento si prevedono vengano effettuati su tale copertura;
- impatto ambientale e architettonico;
- esigenze date dall’impermeabilizzazione da adottare;
- esigenze economiche;
praticità di utilizzo tenendo conto della sicurezza del sistema.
I dispositivi di ancoraggio da adottare possono essere del tipo:
- A: comprende ancoraggi strutturali progettati per essere fissati a superfici verticali, orizzontali
ed inclinate
- C: comprende dispositivi di ancoraggio che utilizzano linee di ancoraggio flessibili orizzontali
- D: comprende dispositivi di ancoraggio che utilizzano linee di ancoraggio rigide orizzontali
MOVIMENTAZIONE E DEPOSITO
Tutto il personale preposto alla movimentazione dell’attrezzatura deve essere competente e addestrato al lavoro da eseguire, in rispetto alle norme antinfortunistiche vigenti in materia.
In particolare si raccomanda di:
- Utilizzare sempre le protezioni individuali idonee guanti, scarpe antinfortunistiche,ecc ...);
- Non indossare indumenti troppo ampi e svolazzanti (compreso anelli, orologi,ecc ...);
Controllo generale del luogo di lavoro (es. pavimento non scivoloso, assenza di linee elettriche
pericolose, ecc ...)
COMPOSIZIONE DEL SISTEMA
Questa si compone di:
Dispositivo di ancoraggio - UNI 11578 Tipo A modello ITAL-EG Gancio.

IMBALLAGGIO E CONSEGNA
Tutti i dispositivi sono imballati e consegnati in scatole di cartone; Non sono necessari particolari precauzioni nel trasporto e nell'immagazzinamento.
Al ricevimento dell'attrezzatura, il destinatario deve controllare l'integrità e completezza della fornitura.
Eventuali anomalie difetti o danni vanno immediatamente segnalati al costruttore tramite comunicazione scritta e controfirmata dal vettore.
MARCHIATURA
Tutti i dispositivi sono marchiati nelle modalità e contenuti previsti dalla Norma UNI EN 795/2012 e UNI 11578/2015

Premesse
Il presente documento è stato redatto in riferimento ai requisiti di legge, con lo scopo di fornire all’utilizzatore una conoscenza appropriata dei dispositivi anticaduta e le informazioni necessarie per: progettazione installazione
La documentazione è parte integrante del prodotto, quindi deve essere conservata integralmente per tutta la durata dell’attrezzatura. Deve essere custodita da persona responsabile in luogo idoneo, affinché sia sempre disponibile per la consultazione.
In caso di cessioni ad altri, la documentazione dovrà essere consegnata al nuovo proprietario, il quale rimane investito di tutta la sua parte di responsabilità, indispensabile per il rispetto dell’obiettivo.
Produttore
La società GE.SA. GROUP SRL, con sede legale in via Emilia 27, 20090 Buccinasco (MI), leader nella progettazione e realizzazione di sistemi di sicurezza contro il rischio di caduta dall’alto, ha sviluppato sistemi e dispositivi specifici che permettono agli operatori ,dotati di dpi a norma, di muoversi in
condizioni di sicurezza riducendo il rischio di:
caduta dall’alto all’esterno o all’interno dell’edificio;
caduta sulla copertura (per perdita dell’equilibrio);
sfondamento della copertura;
Nonché altri pericoli (copertura isolata/non isolala) legati al:
rischio verso la copertura causato da fattori derivanti dall’esterno;
rischio verso l’esterno causato da fattori derivanti dalla copertura.
Produttore
La società GE.SA. GROUP SRL, con sede legale in via Emilia 27, 20090 Buccinasco (MI), leader nella progettazione e realizzazione di sistemi di sicurezza contro il rischio di caduta dall’alto, ha sviluppato sistemi e dispositivi specifici che permettono agli operatori ,dotati di dpi a norma, di muoversi in
condizioni di sicurezza riducendo il rischio di:
caduta dall’alto all’esterno o all’interno dell’edificio;
caduta sulla copertura (per perdita dell’equilibrio);
sfondamento della copertura;
Nonché altri pericoli (copertura isolata/non isolala) legati al:
rischio verso la copertura causato da fattori derivanti dall’esterno;
rischio verso l’esterno causato da fattori derivanti dalla copertura.
NOTA
I prodotti SECURMAN sono in continua evoluzione, il centro ricerca e sviluppo interno è costantemente impegnato a rispondere alle diverse esigenze creando sempre nuove risposte.
Per questo motivo i prodotti di seguito riportati possono subire delle modifiche volte a migliorarne le possibilità di utilizzo e di impiego. Vi preghiamo di consultare il nostro ufficio tecnico o il rivenditore di zona per avere eventuali aggiornamenti sui prodotti di vostro interesse.
Responsabilità e garanzie
Le istruzioni riportate in questo manuale non sostituiscono, ma integrano gli obblighi per il rispetto della legislazione vigente, sulle norme di sicurezza e antinfortunistica. Con riferimento, a quanto riportato in questo libretto di istruzione, il costruttore declina ogni
responsabilità in caso di:
- Uso contrario alle leggi nazionali sulla sicurezza e sull’antinfortunistica.
- Errata predisposizione del posto nel quale l’attrezzatura dovrà essere applicata.
- Mancanza o errata osservanza delle istruzioni fornite dal manuale.
- Modifiche all’attrezzatura non autorizzate.
- Uso da parte di personale non addestrato e non idoneo.
- Usi diversi da quelli previsti dal costruttore.
- Cattiva manutenzione e/o usi di parti di ricambio non originali.
- Manomissione dell’attrezzatura.
- Attrezzatura danneggiata durante la movimentazione e l’utilizzo.
- Nel caso di utilizzo di nostri prodotti con articoli analoghi, verificare attentamente che i requisiti di quest’ultimi corrispondano alle Normative vigenti e che siano compatibili con le caratteristiche della produzione FT.
- Al ricevimento dell’attrezzatura, il destinatario deve controllare l’integrità e completezza della fornitura. Eventuali anomalie difetti o danni vanno immediatamente segnalati al costruttore tramite comunicazione scritta e controfirmata dal vettore.
Movimentazione e deposito
Tutto il personale preposto alla movimentazione dell’attrezzatura deve essere competente e addestrato al lavoro da eseguire, in rispetto alle norme antinfortunistiche vigenti in materia.
In particolare si raccomanda di:
Utilizzare sempre le protezioni individuali idonee guanti, scarpe antinfortunistiche,ecc ...);
Non indossare indumenti troppo ampi e svolazzanti (compreso anelli, orologi,ecc ...);
Controllo generale del luogo di lavoro (es. pavimento non scivoloso, assenza di linee elettriche
pericolose, ecc ...).
COMPOSIZIONE DEL SISTEMA
Si definisce linea di ancoraggio flessibile l’elemento di collegamento specificato per un sottosistema con dispositivo anticaduta di tipo guidato
Questa si compone di:
- Dispositivi terminali Tipo C, modello SM-B. ed intermedi
- Una fune in acciaio inox, diametro phi 8 AISI 316 costituita da 49 trefoli
- Elementi accessori:
GRILLO, REDANCIA, MORSETTO, TENDITORE, ASSORBITORE in acciaio inox. terminali.

Ad un elemento terminale MM viene agganciato il grillo al quale viene collegato il tenditore a sua
volta agganciato alla fune adagiata attorno alla redancia e bloccata mediante il morsetto.
Al secondo elemento terminale MM viene agganciato il grillo al quale viene collegato l'assorbitore a
molla a sua volta collegato alla fune adagiata attorno alla redancia e bloccata mediante il morsetto.

CONFIGURAZIONE DEL SISTEMA E CAMPO DI UTILIZZO
La lunghezza massima di campata tra un elemento terminale ed un elemento intermedio è pari a 15,00ml.
Per definizione della norma per linee orizzontali si intende una linea che devia dall'orizzonte per non più di 15° e utilizzabile su coperture:
- orizzontali o sub orizzontali con pendenze fino a 15 % (p<= 9°)
- coperture inclinate con pendenze da 15% al 50 % (9° < p< 27°) Per coperture fortemente inclinate con pendenze => 50 % (p=> 27°) tali da pregiudicare una normale pedonabilità della linea in quanto flessibile e soggetta a revisione e colludo in caso di caduta, è consigliabile prevedere un sistema di classe D.
Nel caso in cui NON sia possibile progettare secondo il CRITERIO DI SICUREZZA INTRINSECA (uso cordini di posizionamento di lunghezza tale da NON CONSENTIRE MAI l'operatore di esporsi al di fuori della copertura) normalmente si consiglia di installare la linea vite lungo/parallela alla trave di colmo lasciando uno spazio libero alle estremità di circa 2.00 ml/2.30 ml per evitare il pericolo caduta:
Si ricorda che nella progettazione del sistema anticaduta è necessario:
prevedere altri elementi complementari atti a ridurre sia l'eventuale oscillazione "effetto pendolo" sia al raggiungimento in sicurezza di zone della copertura inaccessibili alla linea; in tal caso si utilizzano punti di ancoraggi fissi tipo A prevedere ed attrezzare il percorso dal punto di accesso alla copertura sino alla fune di sicurezza e/o agli altri dispositivi.
Allo scopo si impiegano ancoraggi in di tipo A con l'ausilio, quando necessario, di opportune funi di lavoro munite di dispositivo anticaduta guidati autobloccanti UNI 352-2 a cui bisogna collegarsi con dei cordino di lunghezza MAX 1.00 ml UNI 355 dotati di assorbitori UNI 354;

Imballaggio e consegna
Tutti i dispositivi sono imballati e consegnati in scatole di cartone; Non sono necessari particolari precauzioni nel trasporto e nell'immagazzinamento.
Al ricevimento dell'attrezzatura, il destinatario deve controllare l'integrità e completezza della fornitura.
Eventuali anomalie difetti o danni vanno immediatamente segnalati al costruttore tramite comunicazione scritta e controfirmata dal vettore.
Marchiatura

Le nostre scale fisse con gabbia conformi al D. Lgs. 9 Aprile 2008 n° 81 Art. 113 sono prodotti altamente performanti e di elevata qualità. Vi consentiranno un utilizzo ottimale, grazie alla cura di ogni dettaglio, sicurezza, ergonomia e finitura. I materiali utilizzati per la loro progettazione e costruzione sono di elevata qualità.
I suddetti articoli sono forniti smontati per rendere più economici i costi logistici. Questo comporta, una adeguata formazione e conoscenza del presente manuale e delle norme applicate da parte del consumatore ai fini del montaggio in opera.
Le nostre scale fisse con gabbia di protezione sono realizzate in lega di alluminio, senza saldature, completamente assemblabili in ogni componente.
Questa opzione, quando scelta dall’acquirente, consente di ridurre notevolmente il costo relativo al trasporto, nulla tralasciando in materia di sicurezza del prodotto finito ed in opera.
Il montaggio delle gabbie di protezione, che sono costituite da “anelli” sagomati pre-forati e nervature verticali di congiunzione pre-forate atte al fissaggio sugli anelli, è semplice e veloce. Le scale fisse con gabbia sono costituite da moduli standard sovrapponibili, concepiti per il raggiungimento meglio consono ad ogni altezza. L’altezza della scala di partenza viene definita e, quindi, realizzata su misura (o può essere rifinita in loco durante l’installazione), al fine di consentire l’esatta collocazione dello sbarco.
È inoltre di nostra produzione un’ampia gamma di accessori che rendono il prodotto ogni volta più vicino alle Vostre esigenze.
Le scale a pioli di altezza superiore a m 5, fissate su pareti o incastellature verticali o aventi una inclinazione superiore a 75 gradi, devono essere provviste, a partire da m 2,50 dal pavimento o dai ripiani, di una solida gabbia metallica di protezione avente maglie o aperture di ampiezza tale da impedire la caduta accidentale della persona verso l'esterno. La parete della gabbia opposta al piano dei pioli non deve distare da questi più di cm 60. I pioli devono distare almeno 15 centimetri dalla parete alla quale sono applicati o alla quale la scala è fissata. Quando l'applicazione della gabbia alle scale costituisca intralcio all'esercizio o presenti notevoli difficoltà costruttive, devono essere adottate, in luogo della gabbia, altre misure di sicurezza atte ad evitare la caduta delle persone per un tratto superiore ad un metro.
D.G.R. Veneto n° 97/12
Se le scale sono a pioli verticali o con inclinazione > 75° e altezza > 5 metri devono avere:
• solida gabbia metallica di protezione, a partire da una altezza di 2,50 metri, avente maglie o aperture di ampiezza tale da impedire la caduta accidentale della persona verso l’esterno;
• parete della gabbia opposta al piano dei pioli che non disti da questi più di 0,60 metri;
• piattaforme di riposo ogni 4 metri, con superficie sufficiente a permettere l’appoggio completo di due piedi e tale da consentire di stare in piedi comodamente;
• sbarramenti che ne impediscano l’uso alle persone non autorizzate.
La partenza della gabbia di protezione deve essere entro mm 2500 dall’area di partenza.
Le distanze libere all’interno degli anelli della gabbia devono essere ≤ mm 600.
Le stesse distanze sono valide tra il piolo e la gabbia.
Per sbarchi ad altezze comprese da 3 a 10 m:
- Singola rampa con gabbia oppure;
- Rampe sfalsate con gabbia ad altezza massima rampa di salita m 6
Per sbarchi ad altezze maggiori di 10 m:
- Rampe sfalsate con gabbia ad altezza massima rampa di salita m 6
Dove si installano rampe sfalsate devono essere installate piattaforme intermedie o pianerottoli ad una altezza ≤ 6000 mm
Si definisce rampa l’altezza di salita (gradini) di una scala.
I requisiti degli ancoraggi devono soddisfare l’applicazione di un carico minimo ≥ 3 kN agente su ciascun montante (6 kN per rampa).
La superficie superiore del primo gradino inferiore può distare dalla superficie di partenza da minimo mm 100 a massimo mm 400. La distanza tra i successivi pioli deve essere costante e compresa tra 225 mm e 300 mm.
1. MONTAGGIO MODULI



Produciamo di serie 2 tipologie diverse di staffe di fissaggio per scala fissa con gabbia che devono essere montate a coppie:
a) La staffa STANDARD consente un ancoraggio a una distanza dalla parte anteriore del piolo della scala (lato salita) alla parete di mm 200.
b) La staffa REGOLABILE consente un ancoraggio a una distanza dalla parte anteriore del piolo (lato salita) alla parete compresa tra mm 200 e mm 1200.
Di seguito le istruzioni di montaggio:







INDICAZIONI GENERALI RELATIVE ALLA SCELTA DEGLI ANCORANTI
Le prove sostenute si sono svolte con fissaggio su calcestruzzo avente resistenza a compressione C=20/25. Ogni coppia di staffe è ancorata con nr. 2 tasselli (nr.1 per staffa).
In presenza di supporto differente l’installatore dovrà tenere conto che deve essere garantita una resistenza a flessione di almeno kN 16,5 per tassello.
Pertanto, considerata la specifica competenza richiesta, l’installazione deve essere eseguita unicamente da personale qualificato, che abbia valutato lo stato dei supporti.
Per scegliere l’ancorante, è di primaria importanza valutare il tipo di supporto e le relative caratteristiche fisiche.
Relativamente ai montanti della scala non devono essere presenti ammaccature, deformazioni, ossidazioni, gli innesti tra le sezioni devono essere in ottimo stato e le viti/dadi di fissaggio montanti-innesti saldamente assicurate ai montanti e senza alcun segno di corrosione.
Relativamente ai gradini della scala non devono essere presenti ammaccature, deformazioni, ossidazioni, l’accoppiamento montante-gradino non deve presentare alcun “gioco”.
Relativamente agli anelli di protezione non devono essere presenti ammaccature, deformazioni, ossidazioni.
Relativamente ai piatti di fissaggio non devono essere presenti ammaccature, deformazioni, ossidazioni. In particolare un piatto deformato presenterà problemi di accoppiamento agli anelli di protezione.
Relativamente agli ancoraggi a parete e/o al suolo non devono essere presenti ammaccature, deformazioni, ossidazioni.
La viteria in dotazione deve essere in ottimo stato, senza alcun segno di corrosione, senza che i filetti siano in qualche modo spanati. Assicurarsi che le viti risultino sempre saldamente strette, in particolare eseguire il controllo durante il montaggio e con frequenza periodica (che può variare in base alla frequenza di utilizzo).
In generale tutti i controlli devono essere scrupolosamente eseguiti e registrati durante il montaggio e periodicamente in base alla frequenza di utilizzo ed in base all’esposizione ad agenti atmosferici.
L’ispezione d’uso deve avvenire prima e durante l’utilizzo.
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Case multipiano e grattacieli realizzati con il legno come elemento strutturale portante sono sempre più frequenti, ma affinché l’elemento ligneo lavori in maniera idonea, occorre prestare attenzione alla scelta delle connessioni metalliche come piastre e viti.
Per questo un ruolo importante è svolto dai collegamenti a terra della struttura con le varie connessioni di elementi in acciaio o di piastre e ovviamente l’utilizzo di viti, che banalmente potrebbero sembrare piccole e superflue ma che invece hanno una grande importanza nella gestione e nel comportamento dell’edificio.
Per carpenteria in legno intendiamo qualsiasi tipo di lavorazione inerente gli elementi strutturali lignei, dalla palazzina multipiano a un ponte o una grande struttura, incluso l’utilizzo delle connessioni metalliche. L’elemento ligneo ha un proprio comportamento e per far sì che lavori in maniera idonea e sia correttamente collegato con i vari elementi, le connessioni metalliche svolgono un ruolo fondamentale proprio ai fini della dissipazione dell’energia, si tratta di elementi piccoli e talvolta nascosti, ma decisivi..


Il mercato dell’edilizia in legno ha registrato una crescita costante negli ultimi anni. Ciò è riconducibile ai vantaggi legati a questo tipo di costruzioni. Uno sicuramente è dovuto alla riduzione dei consumi energetici dell’abitazione perché partendo da una struttura in legno si possono raggiungere più facilmente alti standard energetici.
Poi vi è il rispetto dei principi della sostenibilità, un tema estremamente attuale che inciderà in maniera profonda anche sul mercato delle costruzioni in legno. Un altro aspetto è la competitività dei costi di costruzione,infatti realizzare un edificio in legno vuol dire dedicarsi alla prefabbricazione che viene fatta in stabilimento e ciò comporta un minor tempo passato in cantiere, che incide in maniera positiva sul contenimento dei costi. Infine vi è la prestazione sismica.
Tendenzialmente è legata al peso contenuto delle strutture e di conseguenza il comportamento rispetto alle azioni orizzontali è un assoluto vantaggio, sia per quanto riguarda le sopraelevazioni sia per le strutture di edifici e palazzine di nuova realizzazione».
Negli ultimi anni abbiamo visto una grande crescita della produzione e utilizzo di pannelli in legno a strati incrociati, il cosiddetto CLT (Cross Laminated Timber) rispetto al più tradizione sistema di costruzione a telaio, Plateform Frame e, anche se in percentuale minore, il sistema Block Bau, mediante la semplice sovrapposizione di elementi massicci in legno.
In fase progettuale è assolutamente importante dimensionare il legno e tenere in considerazione i carichi statici e sismici, per questo un ruolo importante è svolto dai collegamenti a terra della struttura con le varie connessioni di elementi in acciaio o di piastre e ovviamente l’utilizzo di viti, elementi che banalmente potrebbero sembrare piccoli e superflui ma che invece hanno una grande importanza nella gestione e nel comportamento dell’edificio.
Il loro compito è infatti quello di unire gli elementi in legno e dissipare l’energia, proprio grazie alle caratteristiche degli speciali acciai con cui sono fatti.
Progettisti, costruttori e clienti hanno in mano tutti gli elementi per poter scegliere e analizzare i benefici di ciascuna di queste tecnologie e prendere decisioni in base alle necessità. Sicuramente l’uso del CLT per strutture multipiano ha innegabili vantaggi e sta diventando realtà sia per l’edilizia abitativa sia per il terziario e quindi sarà sicuramente il tema caldo che coinvolgerà tutti gli attori di questo settore.

Le Applicazioni
L'applicazione principale delle viti da carpenteria per legno è l'unione di elementi di strutture a telaio: travi, controlistelli e listelli, capriate del tetto.
Le viti per carpenteria edile sono perfette per i collegamenti in cui è importante serrare l'elemento, come unire le pareti delle case a telaio o imbullonare insieme due travi.
Tutti i prodotti vengono sottoposti a test ed esami dettagliati, il che consente di essere sicuri che ogni prodotto sia della massima qualità.
I prodotti per strutture in legno hanno molte caratteristiche uniche che garantiscono la durata nel tempo. Ne è un esempio la speciale verniciatura utilizzata nella produzione di viti truciolari.
Il moderno metodo di applicazione del rivestimento lo rende estremamente durevole e resistente ai danni meccanici, che è particolarmente importante durante il montaggio. Il rivestimento garantisce anche la resistenza ai raggi UV, che a sua volta fa sì che il colore della vite per legno non cambi per molti anni.
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Viti autoperforanti
Le viti autoforanti o autoperforanti hanno la caratteristica di poter perforare il materiale durante l'avvitamento che consente di ottenere un'ottima qualità del fissaggio perché esiste una perfetta corrispondenza tra il filetto ed il foro.
Una vite autoperforante permette di lavorare su diversi materiali, dal legno ai metalli leggeri. Attualmente queste tipologie di viti si utilizzano in svariati ambiti perché risultano indubbiamente più comode e pratiche, oltre che più precise.
Ge.Sa. offre un ampio assortimento di viti autoperforanti, disponibili in molteplici tipologie di teste e materiali per rispondere a qualsiasi necessità specifica.
Il prodotto principale del nostro assortimento è senza dubbio la Vite autoperforante per legno.
La vite temprata e cementata specifica per fissaggi su legno, conglomerati vari, legno lamellare, pannelli truciolari strutture "sandwich" legno lamiera, fiber glass e sottili lamiere, senza necessità del preforo.


La testa è a chiave esagonale a spigoli vivi, studiata per l'alloggiamento ottimale della rondella elastica di tenuta contro le infiltrazioni d'acqua.
Filettatura AA a passo rapido per una avvitatura veloce.
Oggigiorno grazie alla vite autoforante è possibile ridurre notevolmente i tempi di lavorazione: conviene averne sempre a disposizione un grande assortimento. Le varie tipologie si distinguono per il materiale sul quale possono essere impiegate ma anche per la forma della testa, che varia a seconda delle necessità di applicazione.
Le viti autoforanti vengono impiegate solitamente per il fissaggio di plastica o lamiera sottile ad altre strutture metalliche, riducendo notevolmente i tempi necessari per la posa e garantendo una precisione maggiore. Si può trovare un ampio assortimento di viti autoperforanti per ferro e per acciaio, realizzate in materiali particolarmente resistenti alle sollecitazioni e alle temperature elevate.
Alcune delle viti autoforanti per ferro sono in acciaio inox, disponibili in svariate dimensioni e con teste di varie forme. Questo materiale permette di ottenere il massimo della performance su superfici come alluminio, lamiere sottili in acciaio o ferro e plastica.
Tutte le tipologie di viti autoforanti sono disponibili in diverse lunghezze e dimensioni, adatte quindi a qualsiasi impiego professionale. Naturalmente maggiore è la lunghezza della vite così come il suo spessore e maggiori risultano la sua capacità di fissaggio e la sua resistenza.
Fissaggio su coperture metalliche
L’obiettivo delle coperture è proteggere l’edificio dalle intemperie quotidiane e dagli agenti atmosferici
Con la nostra attività quotidiana osserviamo tipologie di coperture idonee per l’ambiente di una ventina d’anni fa ma che, attualmente, con i mutamenti verificatosi risultano oramai obsolete.
Esiste quindi un’evoluzione naturale delle tecniche di posa e dei materiali per assicurarsi coperture sempre più sicure e durature, nonostante i cambiamenti climatici.
Il prodotto principale delle coperture metalliche a prevalente uso industriale è rappresentato dalle lastre di copertura grecate, sia in conformazione semplice che in pannelli sandwich.
Posate a regola d’arte, soprattutto se costruite con materiali duraturi, come ad esempio alluminio, sono prodotti di ottima durata e che svolgono un ottimo lavoro.


Le viti di fissaggio per una copertura di questo tipo possono essere in media 4/6 al metro quadro; su una copertura di 500 mq ci saranno 2/3000 fori.
Le coperture industriali metalliche sono fissate generalmente dalle viti con baz, ovvero una guarnizione epdm per evitare le infiltrazioni.
Questo tipo di fissaggio è composto da 3 elementi:
- vite con testa esagonale finta rondella, solitamente in acciaio zincato
- rondella metallica ad ombrello.
- Baz in Epdm, ovvero la guarnizione in gomma per impermeabilizzare il buco.
La gomma epdm è un tipo di gomma sintetica che possiede buone proprietà di resistenza al calore e ai raggi U.V.
Ge.Sa. ha iniziato le storia delle sue produzioni con i sistemi di fissaggio autoperforanti in acciaio, i quali consentono connessioni veloce ed efficienti. Ogni fissaggio viene appositamente studiato, progettato e realizzato per la specifica applicazione.
Le caratteristiche geometriche del fissaggio, come la filettatura o la tipologia della testa del fissaggio, vengono discusse con il cliente per trovare la soluzione più performante
Come anticipato sopra l'impermeabilità delle soluzioni di fissaggio è da sempre una costante grazie all'utilizzo di guarnizioni in EPDM di elevata qualità.
Le specificità del fissaggio vengono poi combinate con quelle del materiale sempre su esigenza del cliente. La maggior parte dei prodotti sono CE.

Nate per rispondere ad esigenze funzionali, oggi le coperture piane sono diffusissime nell’edilizia industriale, ma stanno conquistando terreno anche in quella civile, complici l’estetica accattivante e, con i giusti materiali, le ottime performance.
Cosa sono le coperture piane
Si definiscono coperture piane tutte quelle coperture con pendenza inferiore al 5%. Non esistono tuttavia coperture totalmente piane: per consentire lo smaltimento delle precipitazioni meteoriche, infatti, la pendenza deve essere pari almeno allo 0,5%. Nel caso del tetto piano in metallo, tale smaltimento è ottenuto o dall’ampia estensione degli elementi che compongono la copertura - che in questo caso prenderà la definizione di copertura piana continua - o da particolari tecnologie integrate alle lastre, come i giunti drenanti


Applicazioni architettoniche e strutturali
Mentre nei paesi mediterranei e del Sud erano utilizzate già da tempo, favorite dalle scarse precipitazioni, in Europa le coperture piane furono introdotte dagli architetti aderenti alla corrente avanguardista denominata “Movimento Moderno”.
Nato e diffusosi tra le due guerre mondiali, il Movimento si proponeva di rivoluzionare i principi dell’architettura e dell’urbanistica attraverso il principio della razionalizzazione degli spazi abitativi, focalizzando l’attenzione su criteri di funzionalità piuttosto che puramente estetici. Da ciò conseguiva uno stile superbamente minimalista, in accordo al famoso motto “Less is more” di Mies Van Der Rohe.
Tetto - Giardino Ville Savoye - Le Corbusier
Sebbene, per ciò che concerne la copertura, esponenti di spicco come Le Corbusier e F. Lloyd Wright intendessero per lo più uno spazio vivibile (basti pensare all’inserimento dei tetti-giardino tra i cinque principi dell’Architettura del Futuro di Le Corbusier), è indubbio che il concetto da cui si sviluppò l’estetica lineare e pulita e che oggi interessa la maggior parte delle coperture piane fu proprio quello sorto dall’intuizione degli architetti del Movimento Moderno.
Essi riuscirono a definire un linguaggio progettuale rivoluzionario sfruttando le potenzialità tecnologiche sia dei nuovi materiali come l’acciaio, il cui impiego aveva cominciato ad estendersi anche alle coperture, sia degli isolamenti, la cui innovazione permetteva finalmente di far defluire le precipitazioni meteoriche anche in assenza delle tradizionali falde.


Padiglione Tedesco - Barcellona Mies Van Der Rohe
Ma se lo stile è il fiore all’occhiello, non è tuttavia l’unico argomento a meritare spazio: per mezzo di una progettazione ben ideata ed eseguita, infatti, anche la funzionalità può essere portata ad ottimi livelli.
Essenziale però scegliere la tecnologia isolante più adatta alle proprie esigenze e, soprattutto, impiegare materiali di alta qualità. Nel caso della copertura piana in metallo è bene optare per EPS, lana di vetro o lana di roccia come isolanti e scegliere una tipologia di lastra appositamente studiata per una copertura a bassa pendenza.
Parapetti anticaduta
Normative, tecnologie e soluzioni tecniche permanenti adatte a proteggere contro il rischio di cadute dall’alto per impianti fotovoltaici – seconda parte.
È importante sapere abbinare i dispositivi di protezione collettiva permanente ad ogni tetto con impianto fotovoltaico o altro tipo di impianto. Solare e non.
I dispositivi protezione collettiva mal dimensionati e i dispositivi poco idonei, oltre a compromettere la sicurezza di installatori e manutentori, possono accorciare la vita del tetto e interferire con il funzionamento dell’impianto fotovoltaico.
Per non parlare delle conseguenze legali e sociali dell’avere un sistema non idoneo.
Vediamo insieme quali sono i sistemi di protezione collettiva permanenti contro le cadute dall’alto più adatti ai tetti fotovoltaici.
Il presente articolo è il proseguimento dell’articolo già pubblicato dal titolo “Anticaduta tetti fotovoltaici: scegliere il sistema migliore.


Premesse su distinzione tra provvisori e permanenti
Prima di tutto facciamo una distinzione tra DPC (dispositivi di protezione collettiva) provvisori e DPC permanenti.
Per provvisori si intendono quei dispositivi che:
si installano prima dell’esecuzione dei lavori o delle manutenzione, la cui installazione stessa deve essere fatta in sicurezza;
che sono concepiti e costruiti per essere rimossi a conclusione dell’intervento, sempre in sicurezza;
forniti e gestiti in genere dall’impresa utilizzatrice (l’installatore o il manutentore dell’impianto fotovoltaico sul tetto, ad esempio);
La disciplina sulla scelta e l’impiego di sistemi provvisori (ponteggi o impalcati, parapetti e reti anticaduta) è ampiamente discussa su tutti i siti e i forum che parlano di sicurezza cantieri, non riteniamo poterla affrontare in maniera più esaustiva nelle nostre pagine.
Parapetto in rete anticaduta su timpano copertura industriale
Un parapetto temporaneo in rete – un’applicazione speciale by Retificio Reti Brembo.
Per permanenti, si intendono tutti quei dispositivi pensati e dimensionati per una determinata copertura sulla quale rimangono anche quando non sono in corso interventi di manutenzione o montaggio:
i dispositivi di protezione collettiva permanenti sono in genere del proprietario del fabbricato (fabbrica, casa o condominio) e spetta a lui (o all’amministratore) la corretta manutenzione;
a differenza dei dispositivi temporanei, sono pensati per rimanere esposti per lunghi periodi (più anni e cicli stagionali) alle condizioni meteo e ambientali del sito di installazione;
la cui manutenzione è in genere legata al ciclo manutentivo dello stabile.
I dispositivi di protezione collettiva permanenti sono più sicuri dei sistemi provvisionali temporanei.
Il grado di sicurezza dovrebbe essere lo stesso ma, considerando altri fattori, possiamo dire che in molti casi i dispositivi permanenti sono più sicuri dei sistemi provvisori.


Questo per un paio di semplici ragioni:
l’installazione si esegue una volta sola e in questo modo si espongono meno i lavoratori ai rischi derivanti dall’installazione degli stessi;
sono più ergonomici ovvero più facili da impiegare perché in genere nascono da uno studio ad hoc, sia in termini di dimensionamento sia in termini di scelta dei materiali, anche in relazione alla durata nel tempo.
Di contro è facile dimenticarsi che ci sono e quindi di fare regolare manutenzione o accorgersi di eventuali malfunzionamenti se non al momento in cui si accede al tetto… e a volte è troppo tardi.
Griglia di protezione contro le cadute nei lucernari ed evacuatori di fumo e calore.
Un lucernario EFC con la griglia anticaduta.
I parapetti permanenti per i tetti fotovoltaici
I parapetti permanenti proteggono i bordi del tetto fotovoltaico (o della porzione di tetto su cui è installato l’impianto fotovoltaico) impedendo ai lavoratori di cadere oltre il bordo.
Come spiegato ampiamente nell’articolo Parapetti a norma NTC 2018 o parapetti a norma UNI EN 14122-3, la scelta prioritaria per una copertura con accesso ai soli scopi manutentivi dovrebbe essere un parapetto progettato ed installato secondo D.lg 81/2008 e secondo le Norme Tecniche di Costruzione NTC del 2018 (D.M. 17/01/2018).
Soprattutto perché questi hanno condizioni più restrittive rispetto ad altri tipi di parapetto, devono sopportare maggiori carichi.
Un parapetto con prestazioni in linea con la UNI EN 14122-3 dovrebbe essere destinato solo in ambito industriale, a protezione di chi accede su macchinari o parte di essi.
Premesso tutto ciò, è difficile definire un tetto con un impianto fotovoltaico come un macchinario o porzione di macchinario. Soprattutto se l’impianto FV occupa tutta o buona parte della superficie della copertura.
Anche i Regolamenti Regionali non lasciano adito a interpretazioni: vedi ad esempio il sito della Regione Toscana che alla voce “parapetti fissi”, nemmeno la menziona la UNI EN 14122-3.
Viti per ferro per coperture piane
Autore: Rossano, Data: 21 gennaio 2023Viti autoperforanti
Le viti autoforanti o autoperforanti hanno la caratteristica di poter perforare il materiale durante l'avvitamento che consente di ottenere un'ottima qualità del fissaggio perché esiste una perfetta corrispondenza tra il filetto ed il foro. Una vite autoperforante permette di lavorare su diversi materiali, dal legno ai metalli leggeri. Attualmente queste tipologie di viti si utilizzano in svariati ambiti perché risultano indubbiamente più comode e pratiche, oltre che più precise. Ge.Sa. offre un ampio assortimento di viti autoperforanti, disponibili in molteplici tipologie di teste e materiali per rispondere a qualsiasi necessità specifica. |
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